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28 dicembre 2010

Guberti: 29 dicembre


Domani 29 dicembre presso il Tribunale di Ravenna si terrà l’udienza per il processo Guberti. Sarà l’udienza più dura di questo processo fino ad ora, quella con tutte le testimonianze. La nostra associazione, oltre a costituirsi parte civile, ha infatti fornito lista testimoni che saranno sentiti dal Giudice domani. La casualità della data ci riporta proprio a quei giorni del sequestro, per noi è difficile dimenticare. Ringraziamo nuovamente tutti coloro che si sono adoperati per salvare i cani, dalle forze dell'ordine ai volontari, ringraziamo altre sì l'Avvocato Antonio Romeo di Bologna che ci rappresenta in questa causa.

L’Occhio Verde


20 dicembre 2010

118 VETERINARIO, IL SILENZIO?

Al nostro precedente appello per il rinnovo della convenzione del servizio di reperibilità zooiatrica per Cervia e Russi, non è seguita alcuna risposta né in modo diretto né a mezzo stampa. Quali associazioni e cittadini siamo tutt’ora preoccupati poiché dal 1 gennaio in detti Comuni se un animale starà male di notte non si saprà dove sbattere la testa. Pertanto CHIEDIAMO nuovamente il rinnovo della convenzione che tra l’altro al Comune costa 1.300 euro l’anno, quindi una cifra esigua. Nel frattempo informeremo i cittadini tramite volantinaggio a Cervia e a Russi.

Animal Liberation

Animal Freedom

Cruelty Free

Clan-Destino

Lega per l’abolizione della caccia

L’Occhio Verde

Ravenna Punto a Capo

10 dicembre 2010

IL SERVIZIO 118 VETERINARIO, CI RISIAMO?

Video della stessa vicenda di un anno fa:

http://www.youtube.com/watch?v=VTgjnw4Yxa8



L’anno scorso, proprio alcuni giorni prima del Natale, il Comune di Ravenna aveva mostrato l’intenzione di sopprimere il 118 veterinario. Con un po’ di pressing delle associazioni, di face book e la buona volontà di tutti; la convenzione con i veterinari è stata rinnovata e i cittadini possono ancora usufruire del servizio pubblico. Quest’anno sembrerebbe ripetersi la storia pre-natalizia: il Comune di Ravenna ha rinnovato la convenzione, ma quelli di Cervia e Russi parrebbero non averne l’intenzione. Quindi dal 1 gennaio a Cervia e Russi se un animale ha problemi di salute o sta morendo non ci sarà il servizio 118 per l’intervento. Premesso che si tratta di un servizio pubblico (e quindi pagato con i nostri soldi) e del quale i cittadini stanno usufruendo, invitiamo le nostri amministrazioni a rispettare la nostra volontà rinnovando immediatamente le convenzioni di Cervia e Russi. Volontà che verrà ovviamente dimostrata anche quest’anno, portando i cittadini in piazza, riaprendo il gruppo di 2000 iscritti su face book e offrendoci alla raccolta fondi qualora Cervia e Russi non ne abbiano disponibilità. Ricordiamo a Cervia e Russi che i soldi pubblici sono i nostri.

LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE:
L’Occhio Verde
Ravenna Punto a Capo
Cruelty Free
Animal Liberation Onlus
Animalfreedom
Lega per l’Abolizione della Caccia

1 novembre 2010

UN COMMENTO AL PRESIDENTE CORALLI

Decisamente la risposta di Coralli arriva in ritardo, ma non per lo scritto mandato alla stampa, bensì perché tutta la discussione parrebbe essere in ritardo. Infatti, come Associazione L’Occhio Verde, portammo una petizione alla Circoscrizione di San Pietro in vincoli (iter per giungere in Comune) riguardante la sicurezza stradale. Nella petizione vi erano come oggetto la via Cella e la via Petrosa, ma nella prima parte di quella riunione alla quale noi eravamo presenti, si discusse , innanzi ad un tecnico del Comune, proprio della questione traffico presso l’asilo e la scuola. Ora leggiamo che si indice assemblea pubblica con i tecnici del Comune…. Ancora? Siamo ancora qui a parlarne? Eppure già in quella riunione dell’ottobre 2009 parevano essere in ritardo….

Inoltre, l’assemblea pubblica che verrebbe convocata per novembre è aperta al pubblico? Come è stata avvisata la cittadinanza visto che qui in zona nessuno ne sa nulla e sul sito on line del Comune non vi è traccia né dell’assemblea in questione né delle prossime riunioni?

Tutto quanto accennato sopra non c’è nel video di quella famosa seduta, però potete vedere cosa pensano i consiglieri della Circoscrizione di San Pietro in Vincoli e del clima di inesistente democrazia che si creò quella sera. Video: http://www.youtube.com/watch?v=xogCDPIqZ20

Samantha Comizzoli

23 ottobre 2010

Cittadini a giudizio e querele intimidatorie

Il giorno 15 ottobre 2010 la rappresentate legale di Ravenna Punto a Capo, Samantha Comizzoli, ha ricevuto notifica del Tribunale di Ravenna per l’udienza che la vede imputata in una denuncia presentata dal Gruppo Villa Maria, nella persona del Rag. Ettore Sansavini, per diffamazione. Tale notifica ci riporta al dicembre 2009 quando, in seguito ad un servizio televisivo della trasmissione Report di RAI 3, le due associazioni richiedevano con fondati motivi il certificato antimafia del GVM, necessario per la convenzione con la Regione Emilia Romagna. Di risposta il Rag. Sansavini denunciò l’associazione per diffamazione. Il Pubblico Ministero Dr. Stargiotti aveva già richiesto l’archiviazione, ma il Rag. Sansavini ha presentato opposizione e ci porta alla sbarra degli imputati.Le due associazioni hanno lavorato tutto l’anno su questo caso, raccogliendo materiale e presentando, in base a ciò, un esposto che ha fatto partire due filoni di indagini. Non possiamo, pertanto, al momento, aggiungere altro in merito a questa vicenda.Siamo fieri di essere stati denunciati per aver richiesto un certificato antimafia, la notifica ha prodotto purtroppo un notevole stress alla nostra rappresentante legale che, il giorno successivo alla notifica, ha contratto dapprima una forma erpetica (Fuoco di Sant’Antonio) agli organi interni e alla gola, poi purtroppo sfociato in paresi facciale alla parte sx del viso. Per detto motivo, la nostra associazione, qualora la denuncia per diffamazione come crediamo verrà archiviata, chiederà i danni al Gruppo Villa Maria. Molte associazioni e cittadini intendono sostenere Samantha Comizzoli in questa vicenda e ne avranno modo il giorno 17 dicembre 2010 davanti al Tribunale di Ravenna con una manifestazione di solidarietà e per chiedere che venga imposto per legge “un risarcimento danni” qualora le querele risultino infondate. L'uso strumentale ed intimidatorio della querela da parte dei potenti colpisce, per tentare di metterli a tacere, le associazioni, i cittadini attivi, i giornalisti e gli editori, che sono costretti a difendersi in tribunale perdendo denaro e tranquillità. Questa battaglia partita con la volontà di far luce sulle convenzioni con le cliniche private, alle quali ci opponiamo fintanto che vengono mantenute con soldi pubblici tolti alla sanità pubblica, è ora strettamente connessa ad una parimenti importante battaglia per i diritti dei cittadini, la trasparenza e il diritto di”sapere” che fine fanno i nostri soldi soprattutto in un campo che ci tocca sulla pelle, la sanità.Nonostante le condizioni di salute Samantha Comizzoli rimane fra i possibili candidati a Sindaco di Ravenna Punto a Capo, che verrà scelto la prossima settimana.Il 17 dicembre prima dell’udienza ci sarà un urlo forte delle piazze, non ci facciamo imbavagliare, non molleremo mai.

Ravenna Punto a Capo L’Occhio Verde


28 maggio 2010

APPELLO URGENTE AL COMUNE DI IMOLA

Al Sindaco del Comune di Imola
p.c.:
-Alla Giunta di Imola
- A tutti i Gruppi consiliari di Imola


Ravenna, 28 maggio 2010

OGGETTO: inaugurazione “Parco Acque minerali”

Egregio Sindaco,
la nostra associazione apprende oggi dalla stampa che il giorno 30 maggio avrà luogo nel Vs. Comune l’inaugurazione del Parco Acque Minerali. Da informazioni on line possiamo constatare che il Parco può godere di ogni apprezzamento paesaggistico e si rivolge ad un turismo attento all’ambiente e alla salute.
Purtroppo restiamo sbalorditi dal “carattere” che ha preso l’inaugurazione del 30 maggio. Leggiamo, infatti di spettacolo circense, ma soprattutto di “clown e dalmata” per il divertimento dei bambini …… I clown hanno scelto e sono pagati, ma i dalmata? 4 frustate sulla schiena per farli saltare in un cerchio rivestito dello stesso colore del loro pelo?
Inutile dire che tutto ciò è diseducativo, non in linea con la futura politica di “rispetto degli animali e dei più deboli” verso la quale l’Europa sta camminando. Inutile anche dire che tale inaugurazione non incontrerà affatto il gusto di chi ama la natura e potrebbe visitare il Vs. Parco, forse compromettendone anche il lato economico.
Abbiamo, prima di scriverVi, letto il vostro regolamento Comunale riguardo il benessere animale e ci teniamo a dire che è uno dei migliori ed attenti dei Comuni italiani.
Vi CHIEDIAMO quindi:
Che vengano applicati :
- l’Art 9 comma E e comma G
- l’Art 16 comma 5
- l’Art. 17
- l’Art. 21
del Vs. Regolamento Comunale.
In attesa di Vs. gentile risposta, come ns. regola per la trasparenza divulghiamo a mezzo stampa e via internet la ns. richiesta.

In fede
Associazione L’Occhio Verde

24 maggio 2010

REPORT RAI 3 SU GUBERTI SERVIZIO "MONDO CANE"

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f26376a2-d02b-4130-8e60-32d9c398adb6.html

Servizio sull'allevamento Guberti e situazione aggiornata dei cani di Report RAI 3 andato in onda il 23 maggio 2010.

18 maggio 2010

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE L'OCCHIO VERDE SULLA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO PENALE GUBERTI

Oggi presso il Tribunale di Ravenna è iniziato il processo penale nei confronti dell’allevatore ravennate Giorgio Guberti.
La nostra associazione, come Animal Liberation Onlus, si era costituita parte civile fornendo anche una lista di testimoni circa 20 gg fa e ha integrato con altra lista testimoni lunedì scorso. Inoltre durante l’udienza di stamani si sono costituite parte civile moltissime altre associazioni, quasi tutte nazionali.
La difesa del sign. Guberti ha prontamente richiesto la nostra esclusione dal processo citando il nostro statuto come “troppo vago per le tematiche trattate”. Il Pubblico Ministero Dott. Barberini, invece, ha sottolineato come L’Occhio Verde sia a maggior ragione da chiamare in causa poiché nello statuto oltre alla difesa dei diritti animali e del cittadino, si occupa anche dello smaltimento dei rifiuti, e uno dei capi d’imputazione del sign. Guberti è proprio lo smaltimento illecito di rifiuti.
E’ vero il nostro Occhio è per gli animali, per l’ambiente, per i cittadini, e ……. Per il rispetto delle leggi.
Pensiamo che definire la nostra associazione come “animalista” o “ambientalista” sia dare un’etichetta che non vogliamo, perché l’ambiente e la salute riguardano tutti noi.
Dopo essersi ritirata per deliberare il Giudice Dott.ssa Galassi ha respinto la richiesta della difesa, ammettendo tutte le associazioni che si sono costituite parte civile nel processo.
La prossima udienza è fissata per il 16 novembre 2010 con i testimoni del Pubblico ministero (ne potrà chiamare 7 a dare testimonianza). Nella lista del PM c’è anche la nostra associazione a dimostrare ancora una volta che siamo nel processo a pieno titolo.
I nostri testimoni sono pronti, forse lo sono da molto tempo perché l’allevamento era sotto gli occhi dei cittadini da moltissimo tempo.
Questa mattina abbiamo avuto la riconferma che esistono uomini e donne che credono nella legge e lavorano ogni giorno perché venga applicata.
Ringraziamo le autorità competenti, noi siamo solo cittadini, senza di voi saremmo in uno stato d’anarchia o dove si applica ancora “la selezione naturale”.

L’Occhio Verde

21 marzo 2010

COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE L’OCCHIO VERDE SU CAUSA GUBERTI
In questi giorni la nostra associazione si è costituita parte civile nel procedimento penale a carico di Giorgio Guberti.
Avevamo già appoggiato l’intervento del NIRDA e delle Autorità quando sequestrarono i cani in pessimo stato ad Osteria e Campiano nel dicembre 2009 e in seguito avevamo intrapreso azioni di sostegno per il mantenimento dei cani sequestrati.
Noi non siamo un’associazione unicamente animalista, bensì per il rispetto dei diritti del cittadino e degli animali sanciti dalle leggi Italiane ed internazionali. Nonostante questo, crediamo che questa vicenda possa dare una svolta d’umanità e di protocollo per il benessere animale. Dopo breve tempo dal sequestro i cani avevano già migliorato le loro condizioni di salute, adesso con quest’opera di pre affido, stanno iniziando finalmente a “vivere” come dovrebbero. Ci auguriamo che l’opinione pubblica non dimentichi ciò che è accaduto nel dicembre 2009, quando Ravenna era sotto i riflettori a livello nazionale con quelle immagini terribili e con tutta la “bagarre” che vi è seguita a livello locale con inesattezze e manipolazioni. Ma soprattutto ci auguriamo che la gente non dimentichi la cosa più importante in questa vicenda: i cani.
Crediamo altresì che Guberti, indagato per 4 articoli del Codice Penale, figuri come coloro che si arrestano a fine corsa della loro vita. Quindi, poco conta per l’esito verso Guberti di età così avanzata. Ciò che conta è invece il destino dei cani dopo un’esperienza così atroce, e il riaffermarsi del rispetto delle leggi, anche per lo smaltimento illecito dei rifiuti.
La decisione della Procura di dare i cani in affido temporaneo è il punto di svolta più positivo che la vicenda ha visto, adesso servirebbe l’altro passo: l’adozione definitiva. Sperando che questo protocollo venga preso d’esempio e sempre applicato d’ora in avanti

L’Occhio verde

12 marzo 2010

E LA NOSTRA PETIZIONE PER LA SICUREZZA STRADALE?.....

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA SU PETIZIONE PER LA SICUREZZA STRADALE DEL 16/06/09 E SUE CONSEGUENZE

La nostra associazione in data 10/10/09 aveva portato la voce di 350 cittadini in Comune a Ravenna tramite uno strumento di democrazia dal basso, la petizione popolare, su uno stato di pericolo delle vie Cella e Petrosa a Ravenna.
La discussione aveva visto in conclusione alcune richieste della petizione bocciate perché non consentite da normativa del codice della strada, ad es.: semafori intelligenti e indicatore luminosi di velocità. Alte richieste, invece, di possibile applicazione a fronte di una pericolosità rilevata anche dai tecnici del Comune.
Le misure applicabili erano gli interventi di evidenziazione degli attraversamenti pedonali già esistenti e attraversamenti pedonali nuovi ove fossero necessari, e possibilità del limite dei 30 km/h in piccoli punti critici (uscita dalle scuole, asili, fabbriche).
Nonostante la disponibilità della commissione tecnica di quel giorno, dobbiamo purtroppo, constatare che nulla al momento sia stato fatto. Inoltre, le ingenti nevicate e piogge invernali, hanno cancellato tutta la segnaletica orizzontale delle due vie, aumentando il pericolo.
Il paese di Carraie è altresì, tutt’ora sprovvisto di cartello “controllo elettronico della velocità”, invece installato da tempo in tutti gli altri paesi vicini.
Ci rendiamo conto che le situazioni meteorologiche erano avverse per lavori su strada, ma il periodo di maggior incidentalità sta arrivando (maggio- agosto per stagione agricola) e crediamo che se nel frattempo fossero stati apportati i pochi interventi possibili, sarebbe stato meglio del nulla di fatto.
L’Emilia Romagna è una tra le regioni con maggior incidenti sulle strade, non sono solo numeri sulla carta, sono “persone” che a volte ne escono ferite, ma a volte perdono la vita.
Ci auguriamo che il Comune intervenga al più presto con i mezzi possibili rispettando la richiesta dei 350 cittadini firmatari e l’impegno di questa associazione.
Ricordiamo che non abbiamo mai chiesto l’intensificazione dei controlli sulle strade, poiché conosciamo bene i gravi tagli alle forze dell’ordine a cui siamo vicini per il loro operato.

L’Occhio Verde

28 febbraio 2010

SIAMO ANCHE SU ARCOIRIS.....GRAZIE ANCORA

Sansavini, ragioniere della sanità, denuncia chi fa troppe domande

22-02-2010
di Alessandro Verri

Piccolo mondo a Ravenna dove i giornalisti sono spacciati: proibito informare i lettori. Questa volta Berlusconi non c’entra. Il dominus ravennate della sanità privata, Ettore Sansavini, ha denunciato per diffamazione una signora, colpevole di volere sapere come funzionano le convenzioni tra sanità pubblica e sanità privata. Perché ha paura?
Chi è Sansavini? Il 6 dicembre 2009 la trasmissione Report si era occupata, tra l’altro, dell’attività del gruppo imprenditoriale Villa Maria, facente capo all’imprenditore romagnolo: 500 milioni di fatturato e 5000 dipendenti.
Talento precoce il Sansavini. Nato a Forlì il 29 febbraio 1944 (auguri), da “ragazzo di bottega” prende un diploma da ragioniere alle scuole serali. Poi decise di studiare medicina da autodidatta: “mi comprai l’enciclopedia per studiare il corpo umano”… A ventinove anni diventa direttore sanitario dell’allora casa di cura Villa Maria di Cotignola (oggi “Villa Maria Cecilia Hospital”). È l’inizio di una carriera inarrestabile. Nel 1993 costituisce il Gruppo Villa Maria, dando vita a una holding di tredici ospedali operativi in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia, per un totale di 1475 posti letto, più tre poliambulatori a Ravenna, Forlì e Agrigento; oltre a cardiologia e cardiochirurgia, Sansavini inizia a investire anche sulla neurochirurgia e l’ortopedia. Nel 2003, Sansavini decide di allargare la sfera della propria attività al settore del benessere: con l’acquisizione della gestione delle Terme di Castrocaro (con annesso Grand Hotel), avviando un percorso di riconversione delle terme in “centri salute e benessere”. Oggi possiede una trentina di strutture tra Italia, Francia, Romania, Polonia e Albania. A Rapallo ha sistemato la figlia: responsabile delle risorse umane a Villa Azzurra, struttura ospedaliera altamente specializzata, accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale. La chiamano “la clinica del cuore”: chirurgia cardio-toraco-vascolare, cardiologia clinica, cardioangiologia ed elettrofisiologica. Chi lo dice che al cuor ‘non si comanda’? Ma la regione in cui Sansavini investirà di più è la Puglia dei Tarantini, dei Tedesco e di altri personaggi tuttora coinvolti nell’inchiesta sulla malasanità. Coincidenze. Nel 1992 viene sfiorato da indagini giudiziarie: Villa Maria Eleonora di Palermo, arresto del cardiochirurgo Azzolina per la richiesta di una tangente da otto miliardi in combutta con due mafiosi di Bagheria.
Piuttosto misteriosa l’origine della sua fortuna: nel 1973 partì con soli 2 milioni (di lire). “Dove li ha trovati i miliardi per diventare proprietario del gruppo?”, chiede il giornalista di Report Alberto Nerazzini. Domanda doverosa, risposta curiosa: “Credo che se lo sia chiesto anche la Finanza”… Forse che riascoltarsi in televisione abbia provocato nel Sansavini una improvvisa ed acuta allergia alle domande?
Fatto sta che, dopo aver visto questa puntata di Report, l’associazione ‘L’Occhio Verde‘ di Ravenna decide di chiedere al Comune, all’Ausl e alla Regione Emilia-Romagna di garantire ai cittadini che la convenzione con Villa Maria fosse stipulata seguendo le leggi vigenti. In particolare si chiedeva fosse attestato il possesso da parte della suddetta azienda del certificato antimafia, prescritto per legge. A seguito di tale richiesta nessuno ha risposto. Tranne Sansavini, che ha risposto denunciando Samantha Comizzoli in quanto rappresentante dell’associazione. Ecco il testo della lettera che, evidentemente, ha fatto infuriare il Sansavini:
“La trasmissione televisiva Report (RAI 3) del 6 dicembre 2009 con servizio intitolato “La convenzione” circa le cliniche private convenzionate con la sanità pubblica, segnalava all’interno di un servizio quantomeno critico, la recente espansione non totalmente chiara del Gruppo Villa Maria di Ettore Sansavini che possiede numerose cliniche private in Emilia Romagna, su tutto il territorio nazionale e persino all’estero.
Ci rivolgiamo alla nostra Regione e agli organi preposti dell’Emilia Romagna in quanto il Gruppo Villa Maria ha sede proprio a Ravenna e quali cittadini di questa Regione ci sentiamo particolarmente chiamati in causa dall’utilizzo del denaro pubblico che a tale imprenditore incassa tramite i rimborsi. Riteniamo che, purtroppo, ogni euro tolto alla sanità pubblica per essere erogato alle cliniche private corrisponda inesorabilmente ad un peggioramento del servizio pubblico a scapito della sicurezza che esso offre. Apprendiamo inoltre che le convenzioni verrebbero stipulate con imprenditori già coinvolti in indagini per reati riguardanti proprio la gestione delle suddette convenzioni e riteniamo che ciò sia inaccettabile. Considerato che la nostra Regione non è esente da infiltrazioni delle mafie come anche la stampa ha recentemente confermato e memori degli scandali legati alla gestione del denaro pubblico in ambito sanitario che hanno recentemente interessato regioni come l’Abruzzo e la Puglia chiediamo, quindi, di far luce sulle convenzioni in essere e di volerci dare precise risposte fornendoci accurata garanzia che la convenzione con il Gruppo Villa Maria sia gestita nella più totale trasparenza e aderenza alle vigenti leggi antimafia (regolare certificato e verifiche sui subappalti) e che in tale rapporto non si intravede alcun tipo di reato”.
Quello che meraviglia nella denuncia del Sansavini è la sproporzione dell’atto. In questa lettera non c’è il benché minimo insulto, né tanto meno calunnie: solo domande. Domande che migliaia di telespettatori si sono posti guardano la trasmissione di Milena Gabanelli.
Chissà: forse gli insulti avrebbero dato meno fastidio. L’arte dell’insulto e le relative querele, in Italia, sono una moda che non fa più notizia. Ha fatto la fortuna di avvocati, di istrioni televisivi e, soprattutto, di Blob. “Taci capra!” è il mantra che l’ex onorevole Sgarbi ci propina in centinaia di rotocalchi tivvù e che spopola su Youtube. Carriera ventennale quella dell’iracondo Vittorio: ricordate quando furoreggiava sui teleschermi gridando “assassini” ai giudici italiani? Un talento poi cortesemente ripagato dal suo “donatore” di lavoro: seggio in Parlamento, candidatura a sindaco, nomine in enti, ecc. E gli insultati? Querele e denunce a non finire, spesso rimbalzanti sullo scudo spaziale dei parlamentari. Denunciare i potenti (“la casta”) è ormai praticamente impossibile. Nel frattempo lorsignori si sono inventati, a quanto pare, la denuncia preventiva: meglio intimidire subito chi osa fare domande. Specialmente se cittadini senza potere e senza poltrone. Senza arte né parte, direbbe Sgarbi. Cittadini che, pur non avendo a disposizione grandi capitali o grandi avvocati, continuano a pensare e parlare senza chiedere il permesso a nessuno.
Un bel tacer non fu mai scritto. Verissimo. Però, Ragionier Sansavini, mi consenta una domanda: pensa davvero che sia normale denunciare le domande?

RIPORTO ARTICOLO DI "RIFORMA NOMINE". GRAZIE

Ravenna: il re della sanità privata Sansavini denuncia chi osa fare domande
Comunicato congiunto:
Associazione L’ALTRAINFORMAZIONE – Gruppo RIFORMA DELLE NOMINE

Così si combatte il malaffare: con le querele ai cittadini che chiedono trasparenza



Samantha Comizzoli, legale rappresentante dell’associazione ambientalista L’Occhio Verde con sede in Carraie (Ra), è stata querelata da Ettore Sansavini imprenditore nel campo della sanità, primo in Italia per numero di strutture e proprietario di cliniche private anche all’estero.

Il Sansavini, talento precoce (da “ragazzo di bottega” a direttore sanitario dell’ospedale di Cotignola a neanche 30 anni), inizia la sua carriera in Romagna (la sede del gruppo Villa Maria è a Lugo di Romagna), ma la regione dove ha investito di più è la Puglia dei Tarantini, dei Tedesco e degli altri indagati per malaffare nella sanità.

Il tutto ha origine dalla trasmissione Report di Milena Gabanelli del 6 dicembre 2009 nel corso della quale si evidenziavano gli aspetti oscuri di molte convenzioni stipulate dal pubblico con gli imprenditori della sanità privata.

I cittadini de L’Occhio Verde, convinti di esercitare i propri diritti, il 13 dicembre chiedevano con una lettera alla Regione Emilia Romagna, al Comune di Ravenna e all’Asl di accertare la correttezza delle procedure e delle prescritte documentazioni, certificato antimafia compreso, attinenti la convenzione in essere con il Gruppo.

Dopo due mesi, nessuna risposta; in compenso è arrivata la denuncia per diffamazione da parte di Ettore Sansavini.

Sono stati troppo ansiosi i cittadini romagnoli, oppure c’è una precisa volontà di intimidire chi fa domande scomode e oltretutto, come ha fatto la Comizzoli, osa pensare di candidarsi alle elezioni comunali nel 2011?

laltrainformazione@gmail.com

leggeanticasta@gmail.com

18 febbraio 2010

RIPORTO ARTICOLO DI RAVENNA PUNTO A CAPO E CON L'OCCASIONE RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE MI STANNO SCRIVENDO E TELEFONANDO. GRAZIE

Solidarietà a L'Occhio Verde e a Samantha Comizzoli: chi fa domande viene denunciato
Scritto da Di Emidio Emma
Mercoledì 17 Febbraio 2010 23:36
A seguito di una recente puntata della trasmissione Report di RAI 3 che si occupava delle convenzioni fra sanità pubblica e privata e in cui si parlava tra l'altro dell'attività del Gruppo Villa Maria di Ettore Sansavini con sede a Ravenna, uno dei più grandi gruppi imprenditoriali del settore, l'Associazione ravennate L'Occhio Verde e Ravenna Punto a Capo chiedevano alla Ausl, alla Regione Emilia Romagna ed al Comune di Ravenna le garanzie che detta convenzione fosse stipulata seguendo le leggi vigenti ed in particolar modo chiedeva che fosse attestato il possesso da parte della suddetta azienda del certificato antimafia, prescritto per legge. A seguito di tale missiva non solo non ci sono state risposte né la documentazione richiesta è stata esibita, ma il sig. Ettore Sansavini ha risposto denunciando per diffamazione l'associazione L'Occhio Verde nella persona della signora Samantha Comizzoli quale sua legale rappresentante.

Ci chiediamo quindi: è questo il trattamento che viene riservato ad un gruppo di cittadini che chiede quello che è nei loro diritti? Essere denunciati penalmente per aver chiesto in che mani finisca il loro denaro? Esprimiamo pertanto piena solidarietà ad Occhio Verde e a Samantha Comizzoli e ci auguriamo che la Procura di Ravenna riconosca il pieno diritto dell'associazione L'Occhio Verde così come di ciascun libero cittadino di chiedere informazioni su come le Istituzioni spendano il denaro pubblico senza dover subire simili ritorsioni ed intimidazioni.
Altresì esprimiamo rammarico per la mancata risposta sull'iter seguito per la convenzione e per la denuncia nei confronti della signora Comizzoli, persona che lotta nel mondo delle associazioni contro la mafia, per i diritti dei cittadini, per la trasparenza e la democrazia dal basso.
Riproponiamo di seguito la lettera in oggetto sperando che questa volta le istituzioni elette da noi cittadini che amministrano il nostro denaro, ci degnino di una risposta:

Dove finiscono i soldi destinati alla sanità privata?

La trasmissione televisiva Report (RAI 3) del 6 dicembre 2009 con servizio intitolato “La convenzione” circa le cliniche private convenzionate con la sanità pubblica, segnalava all’interno di un servizio quantomeno critico, la recente espansione non totalmente chiara del Gruppo Villa Maria di Ettore Sansavini che possiede numerose cliniche private in Emilia Romagna, su tutto il territorio nazionale e persino all’estero.
Ci rivolgiamo alla nostra Regione e agli organi preposti dell’Emilia Romagna in quanto il Gruppo Villa Maria ha sede proprio a Ravenna e quali cittadini di questa Regione ci sentiamo particolarmente chiamati in causa dall’utilizzo del denaro pubblico che a tale imprenditore incassa tramite i rimborsi.
Riteniamo che, purtroppo, ogni euro tolto alla sanità pubblica per essere erogato alle cliniche private corrisponda inesorabilmente ad un peggioramento del servizio pubblico a scapito della sicurezza che esso offre. Apprendiamo inoltre che le convenzioni verrebbero stipulate con imprenditori già coinvolti in indagini per reati riguardanti proprio la gestione delle suddette convenzioni e riteniamo che ciò sia inaccettabile.
Considerato che la nostra Regione non è esente da infiltrazioni delle mafie come anche la stampa ha recentemente confermato e memori degli scandali legati alla gestione del denaro pubblico in ambito sanitario che hanno recentemente interessato regioni come l’Abruzzo e la Puglia CHIEDIAMO, quindi, di far luce sulle convenzioni in essere e di volerci dare precise risposte fornendoci accurata garanzia che la convenzione con il Gruppo Villa Maria sia gestita nella più totale trasparenza e aderenza alle vigenti leggi antimafia (regolare certificato e verifiche su sub-appalti) e che in tale rapporto non si intravede alcun tipo di reato.

Ravenna Punto a Capo

10 febbraio 2010

9 febbraio 2010

CITTADINANZA NEGATA!!

www.ravennapuntoacapo.it
www.meetup.com/beppegrillo-24
www.fotoaeree.com
www.locchioverde.blogspot.com

Ravenna, 9 febbraio 2010

Al Sindaco di Ravenna
Alla Giunta di Ravenna
Ai consiglieri comunali di Ravenna

Oggetto: conferimento della cittadinanza onoraria a Pino Masciari

-In riferimento alla nostra richiesta avanzata tramite il consigliere comunale Rudy Gatta per la cittadinanza onoraria al testimone di giustizia Pino Masciari, che con le sue denunce in Calabria ha portato all'arresto di 80 persone legate all’’ndrangheta e che da quel momento vive in uno stato, per lui e la sua famiglia, di grave pericolo. Per detto motivo, come forma di solidarietà e lotta alla mafia, diversi comuni italiani gli hanno conferito la cittadinanza onoraria.

-Ed in riferimento alla risposta del Sindaco, indirizzata al consigliere Gatta in data 22 gennaio 2010, ove si scrive di condividere il valore sociale della scelta di Masciari e che per questo motivo la città di Ravenna conferisce la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano, e dove si scrive di “toccante testimonianza” di Masciari avuta a Ravenna il 22 maggio scorso.

Vorremmo precisare che la lotta di Masciari non ha nulla a che vedere con quella alla camorra di Saviano, ma si tratta di ‘ndrangheta, e che la testimonianza di Pino Masciari, che ha portato a numerosissime condanne, non ha riguardato, come, purtroppo, nella seppur importante testimonianza di Roberto Saviano, il livello degli esecutori, ma si è spinta a quello dei mandanti e delle gravi collusioni con la mafia in politica e magistratura . Riteniamo che in questo stia il plusvalore della testimonianza di Pino Masciari: l'aver scoperchiato un alto livello di collusioni e complicità senza il quale la mafia non avrebbe modo di sopravvivere. . Inoltre la “toccante testimonianza” portata a Ravenna, fu ascoltata per il Comune dal consigliere Rudy Gatta e dall’Assessore Piaia, presenti alla serata. Il Sindaco e il resto delle autorità erano assenti, come del resto in tutte le conferenze contro la mafia da noi organizzate e come molti cittadini hanno notato e segnalato.

Altresì RIPORTIAMO il commento alla risposta del Sindaco, letta a Pino Masciari il 5 febbraio, giorno del suo compleanno:

“ Non è il Sindaco di Ravenna che è vicino a Masciari, ma è Pino Masciari che è vicino a lui. Inoltre viste le ultime vicende ed indagini a Ravenna, il testimone di giustizia Pino Masciari non avrebbe potuto accettare la cittadinanza onoraria di Ravenna. Saluti, e mi appresto a ricevere le cittadinanze onorarie di Verona e Cuneo.”

Pino Masciari

Le associazioni prendono atto delle parole di Masciari e, non trovando logica nella posizione del Comune di Ravenna, si chiedono se conferire le cittadinanze onorarie abbia un costo economico per il Comune, aspetto che avevamo ignorato. Oppure se ci sia altra motivazione. Aggiungiamo inoltre che la mafia uccide chi viene lasciato solo: conferire la cittadinanza onoraria a Pino Masciari sarebbe stato un modo per far sì che non si spegnessero i riflettori su di lui lasciando campo libero alla vendetta della criminalità

In attesa di Vs. gentile risposta.

Referente per le associazioni scriventi
Samantha Comizzoli

26 gennaio 2010

GRAVI ACCUSE ALLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE: RICHESTA RETTIFICA

In riferimento all'articolo pubblicato in data odierna dove si citano raccolte fondi a favore dei cani posti sotto sequestro dell'allevatore Guberti, precisiamo che tute le raccolte fondi e materiale fatte dall'associazione L'Occhio verde, da me rappresentata legalmente, sono state eseguite con conto corrente diretto ad Animal Liberation. Il materiale consegnato direttamente dai nostri volontari a mano.
Pertanto accusare indiscriminatamente tutte le associazioni che si sono adoperate come aiuto e anche quelle (come la nostra) che fanno parte della causa legale in corso, è forviante agli occhi di un pubblico ancora confuso su questa vicenda.
Non abbiamo mai potuto divulgare foto della situazione attuale dei cani perchè sono sotto sequestro.Coloro che in questi giorni hanno divulgato le immagini ne risponderanno nelle sedi opportune, ma se volevano fare un danno, gli è mal riuscito poichè le foto parlano da sole e si può notare l'ottimo stato dei cani. Invito, come sempre, tutti a verificare con i propri occhi e di persona. Non entro in diatribe specifiche emerse in questi giorni poichè gli organi competenti hanno sempre fatto, e stanno facendo, un ottimo lavoro.

La presidente di Occhio verde

Samantha Comizzoli

8 gennaio 2010

Guberti è stato rinviato a giudizio

Ravenna - "Costretti a sbranarsi per il cibo"


Pointer sequestrati: l'allevatore accusato di tre reati. Si va verso il rinvio a giudizio per maltrattamenti di animali, abbandono e scarico di liquami


RAVENNA - Ci sono il maltrattamento e l’abbandono di animali e c’è lo smaltimento illecito di rifiuti. Sono in tutto tre i reati dei quali il veterinario Giorgio Guberti, 81 anni, difeso dagli avvocati Aldo Guerrini e Giancarlo Ridolfi, sarà chiamato a rispondere in merito ai due allevamenti di cani sequestrati a fine 2008 dalla Forestale a Osteria e a Campiano. A chiarirlo è stato l’avviso di conclusione indagini emesso nei giorni scorsi.

Sono ben 219 i cani verso i quali sarebbero stati commessi soprusi. Ovvero 94 a Campiano (89 pointer, 4 galgo-spagnolo e un pointer-galgo) e 125, tutti pointer, a Osteria. Ma tra gli animali che sarebbero stati maltrattati compaiono anche più di 7 gatti selvatici o comunque incroci con i domestici.


Secondo le indagini coordinate dal Pm Daniele Barberini, negli allevamenti sequestrati, i cani erano sottoposti senza necessità a sevizie definite “insopportabili” per le loro caratteristiche. In particolare erano costretti a competere per il cibo, alle volte costituito da animali ancora da spellare. Alla fine non c’era da mangiare per tutti e così i cani si azzuffavano per determinare gerarchie che premiavano i più forti a discapito dei più deboli. Questi ultimi spesso rimanevano a terra gravemente feriti o morti. Ecco che allora venivano sbranati dagli altri. Ma i cani che se la passano peggio erano i quelli all’interno dei box (fino a cinque per unità), zone nelle quali l’assenza di pavimentazione impediva un’adeguata pulizia. E così le feci si accumulavano raggiungendo in alcuni punti gli 80 centimetri.

Riscontri che hanno portato all’accusa di abbandono di animali (articolo 727 del codice penale, 2° comma). Infine l’81enne è accusato di avere raccolto e smaltito senza autorizzazione rifiuti fecali e liquami e di avere scaricato senza precauzioni le acque reflue della sua attività violando una specifica legge del 2006.

L'articolo integrale di Andrea Colombari su La Voce di Romagna, oggi in edicola