Per scriverci:

Puoi commentare i post cliccando sulla parola "commenti", eventuali commenti offensivi verranno censurati seguendo le regole dell'educazione.Se volete contattarci via mail: ass.occhioverde@libero.it

28 febbraio 2010

SIAMO ANCHE SU ARCOIRIS.....GRAZIE ANCORA

Sansavini, ragioniere della sanità, denuncia chi fa troppe domande

22-02-2010
di Alessandro Verri

Piccolo mondo a Ravenna dove i giornalisti sono spacciati: proibito informare i lettori. Questa volta Berlusconi non c’entra. Il dominus ravennate della sanità privata, Ettore Sansavini, ha denunciato per diffamazione una signora, colpevole di volere sapere come funzionano le convenzioni tra sanità pubblica e sanità privata. Perché ha paura?
Chi è Sansavini? Il 6 dicembre 2009 la trasmissione Report si era occupata, tra l’altro, dell’attività del gruppo imprenditoriale Villa Maria, facente capo all’imprenditore romagnolo: 500 milioni di fatturato e 5000 dipendenti.
Talento precoce il Sansavini. Nato a Forlì il 29 febbraio 1944 (auguri), da “ragazzo di bottega” prende un diploma da ragioniere alle scuole serali. Poi decise di studiare medicina da autodidatta: “mi comprai l’enciclopedia per studiare il corpo umano”… A ventinove anni diventa direttore sanitario dell’allora casa di cura Villa Maria di Cotignola (oggi “Villa Maria Cecilia Hospital”). È l’inizio di una carriera inarrestabile. Nel 1993 costituisce il Gruppo Villa Maria, dando vita a una holding di tredici ospedali operativi in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia, per un totale di 1475 posti letto, più tre poliambulatori a Ravenna, Forlì e Agrigento; oltre a cardiologia e cardiochirurgia, Sansavini inizia a investire anche sulla neurochirurgia e l’ortopedia. Nel 2003, Sansavini decide di allargare la sfera della propria attività al settore del benessere: con l’acquisizione della gestione delle Terme di Castrocaro (con annesso Grand Hotel), avviando un percorso di riconversione delle terme in “centri salute e benessere”. Oggi possiede una trentina di strutture tra Italia, Francia, Romania, Polonia e Albania. A Rapallo ha sistemato la figlia: responsabile delle risorse umane a Villa Azzurra, struttura ospedaliera altamente specializzata, accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale. La chiamano “la clinica del cuore”: chirurgia cardio-toraco-vascolare, cardiologia clinica, cardioangiologia ed elettrofisiologica. Chi lo dice che al cuor ‘non si comanda’? Ma la regione in cui Sansavini investirà di più è la Puglia dei Tarantini, dei Tedesco e di altri personaggi tuttora coinvolti nell’inchiesta sulla malasanità. Coincidenze. Nel 1992 viene sfiorato da indagini giudiziarie: Villa Maria Eleonora di Palermo, arresto del cardiochirurgo Azzolina per la richiesta di una tangente da otto miliardi in combutta con due mafiosi di Bagheria.
Piuttosto misteriosa l’origine della sua fortuna: nel 1973 partì con soli 2 milioni (di lire). “Dove li ha trovati i miliardi per diventare proprietario del gruppo?”, chiede il giornalista di Report Alberto Nerazzini. Domanda doverosa, risposta curiosa: “Credo che se lo sia chiesto anche la Finanza”… Forse che riascoltarsi in televisione abbia provocato nel Sansavini una improvvisa ed acuta allergia alle domande?
Fatto sta che, dopo aver visto questa puntata di Report, l’associazione ‘L’Occhio Verde‘ di Ravenna decide di chiedere al Comune, all’Ausl e alla Regione Emilia-Romagna di garantire ai cittadini che la convenzione con Villa Maria fosse stipulata seguendo le leggi vigenti. In particolare si chiedeva fosse attestato il possesso da parte della suddetta azienda del certificato antimafia, prescritto per legge. A seguito di tale richiesta nessuno ha risposto. Tranne Sansavini, che ha risposto denunciando Samantha Comizzoli in quanto rappresentante dell’associazione. Ecco il testo della lettera che, evidentemente, ha fatto infuriare il Sansavini:
“La trasmissione televisiva Report (RAI 3) del 6 dicembre 2009 con servizio intitolato “La convenzione” circa le cliniche private convenzionate con la sanità pubblica, segnalava all’interno di un servizio quantomeno critico, la recente espansione non totalmente chiara del Gruppo Villa Maria di Ettore Sansavini che possiede numerose cliniche private in Emilia Romagna, su tutto il territorio nazionale e persino all’estero.
Ci rivolgiamo alla nostra Regione e agli organi preposti dell’Emilia Romagna in quanto il Gruppo Villa Maria ha sede proprio a Ravenna e quali cittadini di questa Regione ci sentiamo particolarmente chiamati in causa dall’utilizzo del denaro pubblico che a tale imprenditore incassa tramite i rimborsi. Riteniamo che, purtroppo, ogni euro tolto alla sanità pubblica per essere erogato alle cliniche private corrisponda inesorabilmente ad un peggioramento del servizio pubblico a scapito della sicurezza che esso offre. Apprendiamo inoltre che le convenzioni verrebbero stipulate con imprenditori già coinvolti in indagini per reati riguardanti proprio la gestione delle suddette convenzioni e riteniamo che ciò sia inaccettabile. Considerato che la nostra Regione non è esente da infiltrazioni delle mafie come anche la stampa ha recentemente confermato e memori degli scandali legati alla gestione del denaro pubblico in ambito sanitario che hanno recentemente interessato regioni come l’Abruzzo e la Puglia chiediamo, quindi, di far luce sulle convenzioni in essere e di volerci dare precise risposte fornendoci accurata garanzia che la convenzione con il Gruppo Villa Maria sia gestita nella più totale trasparenza e aderenza alle vigenti leggi antimafia (regolare certificato e verifiche sui subappalti) e che in tale rapporto non si intravede alcun tipo di reato”.
Quello che meraviglia nella denuncia del Sansavini è la sproporzione dell’atto. In questa lettera non c’è il benché minimo insulto, né tanto meno calunnie: solo domande. Domande che migliaia di telespettatori si sono posti guardano la trasmissione di Milena Gabanelli.
Chissà: forse gli insulti avrebbero dato meno fastidio. L’arte dell’insulto e le relative querele, in Italia, sono una moda che non fa più notizia. Ha fatto la fortuna di avvocati, di istrioni televisivi e, soprattutto, di Blob. “Taci capra!” è il mantra che l’ex onorevole Sgarbi ci propina in centinaia di rotocalchi tivvù e che spopola su Youtube. Carriera ventennale quella dell’iracondo Vittorio: ricordate quando furoreggiava sui teleschermi gridando “assassini” ai giudici italiani? Un talento poi cortesemente ripagato dal suo “donatore” di lavoro: seggio in Parlamento, candidatura a sindaco, nomine in enti, ecc. E gli insultati? Querele e denunce a non finire, spesso rimbalzanti sullo scudo spaziale dei parlamentari. Denunciare i potenti (“la casta”) è ormai praticamente impossibile. Nel frattempo lorsignori si sono inventati, a quanto pare, la denuncia preventiva: meglio intimidire subito chi osa fare domande. Specialmente se cittadini senza potere e senza poltrone. Senza arte né parte, direbbe Sgarbi. Cittadini che, pur non avendo a disposizione grandi capitali o grandi avvocati, continuano a pensare e parlare senza chiedere il permesso a nessuno.
Un bel tacer non fu mai scritto. Verissimo. Però, Ragionier Sansavini, mi consenta una domanda: pensa davvero che sia normale denunciare le domande?

Nessun commento: